Un pezzo di foresta ecuadoriana all'asta
La foresta amazzonica lungo il fiume Cocaya, in Ecuador. (Pete Oxford, Minden pictures/Corbis) |
Scrive il Guardian: lunedì 25 marzo, all’Hilton di Pechino, un gruppo di politici ecuadoriani ha incontrato i funzionari di alcune aziende petrolifere cinesi per discutere della vendita di circa tre milioni di ettari di foresta amazzonica. I rappresentanti del governo di Quito avevano giù tenuto incontri simili a Houston e a Parigi.
In ballo ci sono tre milioni di ettari di foresta che l’Ecuador ha deciso di vendere all’asta. Prima del vertice con gli uomini d’affari cinesi, l’ambasciatore ecuadoriano a Pechino ha detto che l’obiettivo è “creare un rapporto che crei dei benefici reciproci”. In questo modo, il governo di Quito spera di velocizzare lo sviluppo dell’industria petrolifera nazionale.
Attualmente la Cina è il più importante partner commerciale del paese sudamericano, e i due paesi hanno già molti progetti energetici in comune. Circa il 50 per cento del petrolio estratto in Ecuador viene esportato in Cina.
I piani del governo di Quito hanno immediatamente fatto esplodere la protesta di almeno sette gruppi di popolazioni indigene interessate dal progetto. I rappresentanti di questi gruppi hanno dichiarato di non aver dato il loro consenso, e non hanno nessuna intenzione di farlo. Secondo Amazonia Watch, un’organizzazione non governativa con sede in California, le attività petrolifere causerebbero la devastazione del territorio e minaccerebbero la vita delle popolazioni indigene.
Fonti: L'Internazionale.
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